Le indiscrezioni sulle concessioni per il commercio su aree pubbliche che il Governo sembra prossimo a varare, destano preoccupazione anche in Lombardia. L’intento di rispondere alle richieste dell’Unione Europea potrebbe causare gravi danni a un settore già duramente colpito, come spiega Franco Sacco, Portavoce del Coordinamento di Anva Confesercenti Lombardia.
Nel corso degli ultimi dieci anni, la Lombardia ha perso oltre 3.000 imprese di commercio ambulante, un calo significativo che riflette la crisi nazionale del settore, dove tra il 2014 e il 2024 sono scomparse 22.315 attività. Tuttavia, le concessioni dei mercati ambulanti in regione, che hanno scadenze previste tra il 2029 e il 2032, rischiano ora di essere ridotte, invalidando di fatto i diritti acquisiti dagli operatori.
In province come Milano, Brescia e Bergamo, dove il commercio ambulante ha una lunga tradizione, molti operatori si trovano già in difficoltà a causa dell’incertezza normativa che dura ormai da quattordici anni. Nonostante ciò, i mercati ambulanti continuano a fornire un servizio prezioso, operando per poche ore alla settimana e garantendo ai cittadini un accesso facile e conveniente a prodotti di qualità.
Il Governo sembra intenzionato a sopprimere le norme introdotte con la legge sulla concorrenza del 2022, che consentivano il rinnovo delle concessioni. Questo intervento rappresenterebbe un “obbrobrio giuridico”, che ignora il contesto reale in cui operano gli ambulanti, peggiora ulteriormente la situazione di un comparto già devastato e non tiene conto della voce delle associazioni datoriali.
In Lombardia, l’emorragia di imprese è accompagnata da una crescente disponibilità di posteggi non utilizzati, specialmente nei mercati non rionali, in cui lo spazio pubblico viene occupato per poche ore settimanali. Ridurre ulteriormente la durata delle concessioni potrebbe portare alla chiusura definitiva di altre attività, aumentando il rischio di desertificazione commerciale in molte aree urbane e periferiche della regione.
Anva Confesercenti si oppone fermamente a queste modifiche e avvierà tutte le azioni necessarie per contrastare questo provvedimento, che potrebbe dare il colpo di grazia a un settore già provato dalla crisi e dall’incertezza normativa.